mercoledì 1 agosto 2012

Looking to Palermo

Immense distese di campi di grano e l'azzurro del mare che bagna quelle favolose terre si stendono sotto il mio sguardo , l'aereo si abbassa sempre piu', atterra a pochi passi dal mare e nella mia mente immediate come un lampo giungono le immagini di Peppino Impastato ed il suo amico Salvo seduti su quei campi che parlano di 'ricordare la bellezza', su quei campi dove poi verrà costruito il futuro aereoporto internazionale di Palermo che Peppino tentò di bloccare.
 L'aereo atterra ed il mio primissimo pensiero in terra Palermitana è: ah mò u capisc Peppino, mò u capisc...
Tante volte ho visto quella scena da casa,   Vista e rivista, potevo immaginare, ma arrivando in quei luoghi, vedendo dal vivo quei campi ho potuto tastare con mano qual'era lo schifo fatto da quell'aereoporto, sembrava un blocco di cemento calato in mezzo a quei favolosi campi, bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza....


Arrivo a Palermo e ritrovo quel bel clima che mi fa sentire a casa. Palermo e Napoli hanno tantissimi lati molto simili, nel bene e nel male.
Dalla conformazione delle strade, ai piccoli negozietti foto d'un tempo piu' genuino e meno globalizzato che ancora resistono all'invasione dei grandi marchi (più a Palermo che a Napoli ), ai forni, alle antiche tradizioni culinarie che passano generazioni e resistono (devo dire anche questo piu' a Palermo che a Napoli purtroppo) e portano gusto di storia, ai grossi palazzoni e stradoni dei rioni popolari, e sopratutto negli sguardi, i gesti e le voci che vedo ed ascolto camminando per le strade.


Saliamo al castello Utveggio e la vista di Palermo da lassù mi lascia attonito, uno spettacolo, lo sguardo si sposta da destra a sinistra, una vista favolosa, da Mondello alla mia sinistra sino all'altra sponda, il mare che come nella mia città sembra abbracciarla intingerla d'azzurro e sottolinearne la grande bellezza e voler portar via con sè quella cappa di male che annerisce queste bellezze mediterranee.
 Sotto i miei occhi oltre questo spettacolo che dona la vista Palermitana da lì vedo una città che avrebbe potuto essere tra le piu' belle al mondo, una grande bellezza ingabbiata da una cella di cemento.
 E da lassù, con Salvatore Borsellino che mi raccontava com'era la 'Conca d'oro', la Palermo Verde di quel tempo molto meno Wrong prima del sacco edilizio di don vito ciancimino, oltre quei palazzoni provo ad immaginarmela come poteva essere, ah quanta bellezza buttata via da occhi ciechi, penso, con grande amarezza e rabbia così come spesso purtroppo mi capita nella mia terra.


In serata così come gli altri anni c'è il corteo nelle strade del centro ed il conseguente arrivo alla facoltà di Giurisprudenza dove si tiene la ricorrente conferenza nella quale magistrati e giornalisti fanno il punto della situazione circa dove si è arrivati e cosa ci si aspetta. Lì dove Paolo Borsellino si laureò qualche decennio prima.  La sensazione è simile a quella dello scorso anno, tantissimi cittadini d'ogni età e provenienza territoriale e sociale, in gran parte  degni rappresentanti di quell'Italia migliore che in tanti angoli del paese da nord al sud combatte nel suo piccolo le proprie quotidiane battaglie contro le mafie, giro lo sguardo attorno a me e vedo ragazzi e ragazze, bambini ed anziani, famiglie, che tutti assieme alzano al cielo le agende rosse ed urlano fieri ed illuminati dalla voglia e la speranza di migliorare il paese che amano per vedere un domani di sempre piu' arrivi e meno partenze.


Il 19 a via d'amelio come lo scorso anno mi son trovato in un vortice di emozioni che a descriverle non basterebbero decine di pagine. Lì dove vent'anni prima una bomba dilaniò i corpi del magistrato Paolo Borsellino e di Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Agostino Catalano e su quel sangue furono erette le fondamenta di questa marcia, orribile, seconda repubblica s'incontrano tanti pezzi dell'Italia migliore.
Un amalgama di anime dai bambini agli anziani, provenienti da ogni angolo della pensiola e con le esperienze piu' diverse alle spalle giovedì a via d'amelio unite da un unico grande e solido legame nell'amore per il proprio paese e la grande voglia di scoperchiare i veli del marcio e lottare per un paese piu' giusto, migliore.


Ed allora non potendo descrivere ogni emozione di giovedì voglio concludere col ricordo piu' e meno bello con i quali tornai a Napoli.


Il ricordo piu' bello che porto con me da Palermo quest'anno è certamente lo sguardo accesso di passione di Alfia Milazzo la docente di musica che accompagnava le giovanissime e meravigliose musiciste ed i musicisti dell'orchestra sinfonica infantile Catanese 'Falcone-Borsellino'. 
Spesso pensiamo al 'vuoto' delle nostre nuove generazioni, ebbene negli occhi accesi e la grande passione con la quale mi raccontava il loro progetto sociale, in questa grandiosa docente, ed in quelli come lei, credo vi è la reale speranza del domani del nostro paese, dei nostri quartieri.
L'orchestra è formata da tutti bambini e bambine della periferia Catanese, il cuore del progetto è ispirato dal c.d. metodo Abreu e consiste nel 'riempire' quei ragazzi attraverso uno strumento e la creatività delle note. Abreu era un maestro di musica Venezuelano che, mi raccontò Alfia, attraverso la musica ha sottratto alla strada oltre trecentomila bambini delle perfierie Venezuelane che attraverso quello strumento han trovato la loro via per una concreta possibilità di riscatto sociale e culturale.


Sicuro i ricordi piu' belli che porto con me quest'anno da via d'amelio sono gli occhi accesi di passione di Alfia, gli occhi di tanti ragazzi e ragazze coetanei al contempo lucidi, attoniti e solari tra l'oggi ed il domani d'un paese che amiamo che può e deve essere semplicemente Libero, le tante gambe d'ogni età che salivano al castello utveggio tenaci e resistenti così come le voci del corteo che erano bombe contro l'indifferenza di tanti in quel centro palermitano quel pomeriggio, ed i silenzi e le urla che risuonavano nell'atrio della facoltà di giurisprudenza tra riflessioni amare sull'oggi e speranze guardando verso il domani, la voce al contempo timida e forte di Annachiara, 9 anni, una delle musiciste di quell'orchestra che abbracciava quel violino quasi piu' grande di lei e faceva anche lei la sua piccola parte con le sue note per dire 'vogliamo un paese libero dalle mafie...libero..' e come dimenticare così come lo scorso anno il fresco profumo di libertà e reale speranza che si respira bellissimo nella sede di Addiopizzo a via Lincoln e si tasta al solo scambiare quattro chiacchiere con quei ragazzi fantastici.


Ecco, penso, ciò che maggiormente ci manca per fare un concreto grosso passo avanti verso un miglioramento è proprio nella poca voglia di guardare al sociale, troppi ancora non riescono a capire che un serio e concreto cambiamento sopratutto per le nostre perifierie parte dal terzo settore, dal rendere vivi quegli spazi grigi, dal far notare ad ogni persona il suo valore qualsiasi via esso prenda.


Il ricordo meno bello senza dubbi è il nostro sindaco così tanto acclamato che, come da aspettative che per quanto mi riguarda eran pari a zero conoscendo il personaggio pieno di chiacchiere e vuoto di sostanza, come suo solito modo di fare, aveva molta piu' gran voglia di una granita al bar che non affatto di ascoltare seriamente un semplice cittadino secondiglianese che gli poneva una riflessione sul futuro uso della grossa villa de di lauro a via dell'arco. Ennesima delusione.


Ma, caro sindaco, sicuro non leggerà questo post ma io voglio comunque scriverle rivolgendomi direttamente a lei, ci pensi, chissà che qualcuno non le faccia giungere il messaggio, ci rifletta, destinare quell'enorme struttura alla polizia municipale non servirà a nulla, sono nato e cresciuto in quel quartiere, purtroppo i vigili urbani non fan paura ad alcuno anzi tuttaltro, una caserma sarà il vuoto lì, non avrà alcun significato per alcuno. 
Sindaco, mentre lei è impegnato nel preparare i suoi bei discorsetti pieni di retorica da applausi e vuoti di senso reale, e badi glielo dico da persona che pesa le parole sul tema antimafia vivendo quel determinato territorio e quindi con tuttaltro metro, la città reale cresce nel bene e nel male ad ogni minuto, crescono boss ventenni così come sopratutto nei nostri quartieri continuano ogni giorno a crescere persone grandiose e straordinarie che possono e vogliono fare la differenza e migliorare questi quartieri, persone come Alfia che con grande passione e sguardo profondo guardano a come 'riempire' le nostre nuove generazioni, le basi del domani del nostro bel paese e le sfumature che esso prenderà.
Operatori sociali che tra zero risorse e vuoti istituzionali lavorano sodo e con impegno quotidiano straordinario accendono le vite di tanti ragazzi che dalle ''piazze'' ora li trovi su un palcoscenico, così come penso a tanti docenti persone straordinarie che in aule di frontiera fanno il proprio lavoro andando oltre la didattica nozionistica e 'riempiono' quei ragazzi, facendoli pensare, cosa che sembra cosi lontana da quest'odierna società così vuota, danno loro un concreto senso del concetto 'd'umanità' e del valore di ogni vita, facendoli guardare oltre il vuoto di questa società che troppo spesso smarrisce l'essere tra l'avere.
Sindaco secondo me la vera antimafia è lontana dai suoi pensieri ed io la vedo in queste persone.  


Se vuole davvero dare un senso concreto e riempire finalmente le sue tante vuote parole sul tema della lotta alle mafie da sindaco può e deve far qualcosa iniziando a voltare lo sguardo al settore sociale, penso che l'unica via di salvezza di questi quartieri parte da lì.
Le sue tante belle parole diventano totalmente vane quando penso che dopo oltre un anno da parte sua c'è ancora solo silenzio verso la richiesta di affido di uno dei vari edifici scolastici comunali abbandonati nel cuore di Scampia per un progetto di recupero di minori a rischio con attività didattiche da parte dell'associazione (R)esistenza Anticamorra che nel quartiere ha fatto e fa tantissimo in tal senso, se penso che c'è il gran progetto di creare una cooperativa sociale per il riscatto di quel quartiere sulla scia della cooperativa casertana nco ed anche su questo si attende invana una sua sillaba tra tanti silenzi ovvi quando mancano le passerelle.
E scrivo sempre sperando che tra non molto possa nei fatti smentire le delusioni e far rinascere le speranze, sindaco tocca a lei, oltre gli spot ed oltre le parole, fare, se ne ha voglia... che possa ricordare almeno lontanamente tutte quelle belle parole tanto decantate in campagna elettorale come sopratuto ascolto dei cittadini e 'democrazia diretta e partecipata'.


Quella grandiosa villa dei di lauro a via dell'arco è una grande occasione in tal senso, Sindaco, è così utopico, penso, aprire quegli enormi portoni della villa dei di lauro a via dell'arco, alla cittadinanza, ai ragazzi del quartiere sopratutto quelli piu' a rischio.
E' cosi' utopico pensare far calpestare quegli aurei pavimenti, quelle lussuose sale, dai figli di questi quartieri farli iniziare a riflettere e pensare mostrando loro che fine fa l'oro conquistato sul sangue e sopratutto quanto 'è costato'...
E' cosi utopico pensare a metterci su quell'oro operatori sociali che spieghino a questi ragazzini le storie di GELSOMINA VERDE, ANTONIO LANDIERI, ATTILIO ROMANO' E LE ALTRE TANTE VITTIME INNOCENTI, quanto male portino i clan ed a disprezzare e non guardar piu' con ammirazione ai tanti palloni gonfiati che li circondano,
E' così utopico mi dico, dovrebbe essere così normale ed invece è così utopico, sindaco che si riempiva la bocca proprio un annetto fa della parola riscatto tra queste grigie strade, parole che poi son diventate spot, spottini e delusioni ma mai concretezza,E' così utopico pensare a quella grande villa a porte aperte con sale didattiche e spazi creativi per i bambini ed i ragazzi dei nostri quartieri, e magari ventenni  che vi creino direi una web radio e/o una web tv in cui esprimano le loro idee e la loro creatività, si confrontino, riflettano, crescano; che da lussuosa villa edificata sul sangue diventi luogo in cui prendano il via i sogni ed il realizzarsi di tanti figli del domani di questi quartieri.
O studi di prova e registrazione per chi ha passione per la musica, o spazi per chi vuol danzare o fare teatro, o laboratori di scrittura e/o giornalismo per chi ha la passione per la penna, laboratori d'arte e tanto altro...
Sindaco se tra una spot e l'altro trova tempo magari ci pensi, le assicuro che tanti operatori sociali, tanti Insegnanti, tanti Secondiglianesi non aspettano altro e riempirebbero quelle sale...
Questo deserto può fiorire, queste strade rosso sangue si possono ripulire...
e non servono blindati...
e non servono eroi...



Che i figli di queste grigie strade vuote tornino a pensare, sognare, vedere reale la costruzione di un bel futuro e perdano la voglia di scappar via, 
ma ordinaria straordinarietà... 


I nostri quartieri, le nostre perifierie da Catania a Palermo, da reggio a Bari, da Napoli a Roma a Milano non han bisogno di eroi, nè benchemeno eserciti, ma di gente che abbia voglia di pensare e guardare oltre, pensare e far pensare.


Andiamo verso il porto incrocio con lo sguardo il bus che collega l'aereoporto col centro, sulla fiancata una grossa pubblicità, il fato che sembra ricordarti quanto e come è wrong questo tempo svuotato di senso e riempito di denaro: centro commerciale 'la conca d'oro'.
Arrivederci Palermo...al piu' presto.


P.s. sul canale youtube di Wrong potete trovare i video da Palermo tra cui quello a Salvatore Borsellino dal castello utveggio e quello dell'orchestra sinfonica infantile 'Falcone-Borsellino'.