lunedì 2 settembre 2013

Syria: quante ieri, quante oggi e quante ancora domani

Poche ore un altra decisione, un ordine, un attimo, 
altre migliaia di sguardi persi nel fumo delle bombe, 
altre migliaia di vite spente nell'attimo d'una traiettoria, d'interessi lontani, 
altri sogni volati via fuggendo all'ennesimo missile,
La chiameranno lampo, la chiameranno democrazia, importazione di pace o mille altro e saremo li' a contare migliaia su migliaia di lenzuola bianche nei prossimi decenni.
Eravamo adolescenti ai primi anni di scuola e ne abbiamo viste nascere e non ancora finire, 
Un telecomando che tremava e noi con una bandiera arcobaleno tra le mani forse con un pò piu' di speranza che ritrovassimo una direzione, ora al posto di quel telecomando una tastiera ma cos'è cambiato mi chiedo, sempre li'.
Quante ne abbiam viste, ne abbiam studiate, ne abbiam ascoltate, e siam qui a pensare all'ennesima,
Quanti sguardi, quanto fumo, quante città massacrate,
Quante ancora, quante ancora penso stanotte,
Pensando ai volti dei ragazzi siriani visti in questi mesi dal world press photo,
Quante ne abbiam avute, ne abbiamo e ne avremo...

Cammino per le strade di questa città Inglese e quanti vi vedo, fuggiti dalle bombe di un umanità smarrita,
Inghilterra quanti ne hai accolti,
Lo sguardo vola attorno, ed assieme il pensiero,
Iac, ventenne, originario del Rwanda, cresciuto in Italia, che mi racconta dei suoi fratelli sparsi in tante città europee e i suoi originari genitori mai piu' visti,
Ali, quarantenne, originario del kosovo, che guardando il quadro dei suoi genitori che ha nella living room mi parla del suo paese massacrato dalla guerra, e di come arrivò qui oltre vent'anni fa a dentri stretti e cuore strappato guardando in tv le immagini dei massacri della sua città senza aver mai piu' avuto notizie dei suoi familiari,
khaled, Palestinese, Wale Egiziano, Hasim Libanese e tanti altri...

Quanti ancora, quante ancora, quante bombe, quanti sguardi, quante fughe,

Continuo a camminare tra le strade di questa città Inglese, guardatevi attorno vorrei gridare, guardatevi attorno e fermatevi dai vostri impegni quotidiani domani a pensare, guardatevi attorno,
guardate quegli sguardi, ascoltate quelle storie, pensate al prossimo sguardo perso,
al prossimo sogno smarritosi dietro la traiettoria d'un missile, un fumo, una decisione di sale del potere cosi' lontane dall'umano sentire...
Restiamo umani, o per meglio dire oramai, ridiventiamo umani, riscopriamoci umani...

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