lunedì 15 aprile 2013

Io odio l'odio, sensazioni nel visitare la casa di Anne Frank

'Io odio l'odio', questo pensavo quest'oggi in un vortice di pensieri ed emozioni uscendo da la casa di Anne Frank.
Tante persone affollavano quell'edificio questo sabato sera, tanti ragazzi e ragazze, adolescenti, bambini e famiglie provenienti dai paesi piu' diversi, mi guardavo attorno, generazioni e nazionalità diverse ma una costante univa tutti: lo sguardo.
Sguardi commossi, emozionati, fissi, pensanti, glaciali, lucidi, sguardi pieni di commozione, emozioni, dolore, ed interrogativi, sguardi in cui leggevo gli stessi interrogativi che accomunavano me e tanti: perchè, perchè perchè...
Come è stato possibile, come ha fatto l'uomo distrutto dall'odio a creare una tale bestialità, un massacro così assurdo.
Un vecchio piccolo edificio tra i tanti, su uno dei canali piu' noti e centrali di Amsterdam, Prinsengracht, che il padre di Anne, Otto, comprò per usarlo come sede della sua ditta di conserve alimentari, con l'arrivo dell'occupazione nazista in Olanda, la famiglia Frank lasciò casa propria e si trasferì nell'edificio sul canale, il cui atticò divenne il famoso rifugio segreto nel quale la giovanissima Anne scrisse il suo Diario scrivendoci le sue giornate, sensazioni, e pensieri nel paio d'anni trascorsi nascosti per sfuggire alla follia nazista.

Si parte dal piano terra e sale pian piano sino l'attico, passando una ad una tutte le aree dell'edificio, dal magazzino, agli uffici vari, alle stanze.
Stanza dopo stanza, a passi lenti, Sguardi lucidi e da colonna sonora una serie di sospiri.
Stanza dopo stanza si leggono e toccano le sensazioni, le emozioni, le riflessioni, le difficoltà, le paure e le speranze della giovane Anne.

Una serie di frasi di rilievo che danno immagine dell'animo della giovane Anne sono scritte sulle pareti e video esplicativi accompagnano il visitatore, e aiutano nel contestualizzare appropriatamente la vita di quella famiglia in quell'edificio in quegli anni.

Lungo tutta la visita dalla prima all'ultima stanza, dal piano terra sino l'attico, dall'inizio alla fine è un lungo susseguirsi di sguardi fissi e lucidi e sospiri rombanti.
Mi ritrovo in un vortice di sensazioni difficile da descrivere.
La storia la conosciamo tutti ,chi meglio chi peggio, ci viene insegnata sin da bambini ogni anno di scuola.
Ma la prendiamo spesso, penso, come nozioni storiche fini a sè stesse, sbagliando.
Camminando nella casa di quell'adolescente che ha vissuto quell'orrore, la cui vita cambiò, degenerò e finì per mano di quell'assurda e folle bestialità umana, le parole delle pagine di storia prendono forma, diventano realtà, le tocchi, annusi, senti tue, diventano emozioni, sensazioni, entrando nella casa, entri nella vita quotidiana, sentendo quei racconti, leggendo quelle frasi, vedendo quelle immagini ti ci identifichi e così quelle immagini, frasi, vissuti prendono forma, diventano propri e nella mente si affollano tante riflessioni, tanti perchè...
Perchè l'uomo può arrivare nell'odio a far del male così tanto ed in modo così assurdo.
Ed il pensiero uscendo da quell'edificio corre anche alle tante odierne divisioni, di quest'umanità che ha perso humanitas.

Gialli, neri, bianchi, Americani, Europei, mediorientali, mussulmani, cristiani, gay, etero, e chi piu' ne ha piu' ne metta, sempre con quel com'è lui, come sono loro, come sono io, sempre a guardare alle diversità e non le affinità, sempre a quel loro e dimentichiamo quel Noi, sempre a trovare oscurità nelle diversità e non, come penso dovrebbe essere, bellezza.
Quand'è mi chiedo che capiremo il grosso errore e ci guarderemo semplicemente come Uomini e Donne al di la di qualsiasi luogo di nascita o credo religioso o tendenza sessuale o modo di vestirsi.
Avremmo dovuto imparare, si, tanto, dalla storia, avremmo dovuto imparare a cosa porta l'odio, a quanto male ha portato, avremmo dovuto imparare si, tanto, ed invece a guardare alla realtà odierna condita di odi e razzismo, penso che abbiamo avuto proprio poca voglia di leggere la storia o almeno l'abbiamo letta molto male e non ne abbiamo imparato nulla, scriveva il padre di Anne: per costruire un futuro bisogna conoscere il passato.

L'altro interrogativo che mi passa per la mente è a cosa porta l'odio, pensando agli assurdi massacri odierni.
E come non pensare ai ragazzi sempre piu' frequentemente massacrati per nulla, perchè 'diversi', l'ultimo proprio solo qualche giorno fa nella mia città, in questa società sempre piu' progredita tecnologicamente ma regredita intellettivamente,
Diversi nel vestire, nell'amare, nel credo religioso, diversi, si può sempre trovare qualcosa per cui chi si ha di fronte è diverso da noi, è il bello dell'umanità direi eppure per qualche decelebrato è motivo di odio, e spesso massacro.

Cammino verso la bici e l'interrogativo si gira nella testa: A cosa porta l'odio..solo ed in qualsiasi caso a stupidi muri d'umanità.
'Prima o poi questa terribile guerra finirà e torneremo ad essere uomini e non soltanto ebrei', è la prima delle frasi che accolgono il visitatore, una delle frasi scritte da Anne sul suo diario, amava scrivere, raccontare, Anne, da grande voleva fare la giornalista e poi nel tempo affermarsi come scrittrice scrisse nel suo diario, chissà se quell'agosto '44 fosse sopravvissuta alla follia del nazismo cos'avrebbe scritto oggi, anziana ed affermata giornalista che già da adolescente mostrava profondità di sguardo ed una penna struggente, chissà cos'avrebbe scritto dei tanti, troppi, moderni razzismi, degli odi e delle divisioni di cui tracima quest'odierna società, dei tanti ancora costretti a nascondersi.

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