mercoledì 17 settembre 2014

Sensazioni camminando a Gezi Park

Gezi park, cammino, poso lo zaino a terra, mi sdraio, la mente persa in mille immagini e pensieri, che vortice di sensazioni ed immagini evoca questo parco simbolo della resistenza di un popolo,
7 massimo 8 anni potrai avere, più o meno o meglio dire più meno che più, i piedi quasi appena formati per camminare, infradito di plastica usurati dalla fatica, vai avanti ed indietro nel parco, con le tue piccole braccia che incrociano sulle spalle la confezione di bottigliette d'acqua quasi più pesante del tuo piccolo corpo, 
Sguardo spento, nero, basso, vai avanti ed indietro, senza fermarti, gridi qualcosa che mi suona simile a oxyge, mi piace pensare che sia il tuo modo di chiedere al mondo la tua parte di respiro, in questo ingiusto mondo perso nel dio danaro che con scarpe per mattina e sera in valigia dimentica di quei piccoli piedi neri di lavoro in infradito di plastica, non ti fermi un attimo, avanti ed indietro, 
Continui la tua giornata, scandita dal tuo grido, oxyge, oxige, cammino nel parco dietro di te, ti guardo, e nella testa seguo un mio grido anche per te, diren, diren, l'unica parola che conosco nella tua lingua, 'diren', ragazzo, 'diren', 'resisti', è l'unica parola che conosco nella tua lingua e vorrei gridarla in questa piazza, diren, vorrei gridarlo forte, fortissimo, a te e per te, 
Forte come sonore tue piccole braccia, te come i tuoi tanti, troppi 'colleghi, direi, resisti ragazzo, resisti, sarai grande quanto il mio zaino, vai senza fermarti un secondo, ripetendo il tuo grido di vendita oxige,
Continuo a camminare nel parco, guardo quegli alberi, quella piazza, penso ai tuoi fratelli ventenni che gridavano quel diren in questa piazza sfidando proiettili, ti guardo, ed avrei tantissimo voluto essere quei giorni di maggio li con loro a gridare anche per te e i tuoi colleghi quel DIREN, 
Sei l'immagine della determinazione di questo popolo, ragazzo mio, piccolo grande ometto, più piccolo di quella confezione d'acqua che porti in spalla e più grande di tanti in giacca e cravatta nelle città dall'altra parte del mediterraneo, quanto sei bello, resisti e vai avanti, ripetendo il tuo grido, oxige, oxige, ed io con te il mio diren, e noi per voi continueremo a ripeterlo nelle nostre diverse lingue, e sognare e lottare per un altro mondo, diren... diren.. 
Ti guardo, vorrei tanto saper parlare la tua lingua, fare quattro chiacchiere, portare la tua voce dall'altra parte del mare, dove troppa gente quelle bottigliette d'acqua le butta via troppo facilmente, dove troppa gente cammina tra boutique con già tre paia di scarpe per ogni ora del giorno in armadio, e si ricordar loro di come cammini nei tuoi neri piccoli grandi infradito, usurati ma più belli dei loro lucenti scarponi, che vanno avanti nonostante tutto, ancora ed ancora, e quella voce non si ferma col suo grido, oxige,
Anche per te, per voi, dovremmo ancor più forte sognare e lottare un po' di più per i vostri sogni rubati, per la vostra età con quelle casse in spalla, per quell'oxige che si suppongo in turco significhi acqua ma voglio pensare sia il tuo modo di gridare al mondo ossigeno, 
Seguo i tuoi passi e continuo a gridare più forte di ieri il mio DIREN, cammino nel parco, vedo te ed i tuoi giovani colleghi, seduto su un lato del parco, un anziano signore, sguardo basso, spento, stanco di chi mostra la fatica di una vita tirando a campare, stringe forte un rosario tra le mani, come chiuso nella sua rassegnazione, guardo lui, quelle mani stringenti il rosario, te ed i tuoi colleghi attorno, la sua rassegnazione, il suo anziano volto di una vita andando avanti resistendo ed il tuo che già da giovanissimo ha iniziato a resistere, ah quanto mi ricordano, questi volti, tanti della mia terra, penso a quel rosario, a quella rassegnazione, a quei volti segnati da fatica e resistenza quotidiana, penso a quel 'grazie a dio' che ha ucciso tante popolazioni in questo povero mediterraneo togliendo la loro sorte dalle loro mani, penso a questo legame mediterraneo, penso alle tante storie raccontatemi dai tuoi conterranei ventenni, della resistenza di questo popolo,
Continuo a camminare nel parco, nella mia mente come un flashback tornano tutte le storie, le immagini, ho incontrato hasan il giorno seguente, ho guardato nel suo appassionatissimo sguardo mentre mi racconta della resistenza del suo paese, sono certo, piccolo grande uomo, il futuro è vostro, qualsiasi murò potrà essere abbattuto, qualsiasi rosario spezzato, vostro è il futuro ragazzi, 

Resistete, resistiamo, DIREN... Continuo a camminare, seguirti guardandoti ed a ripetere il mio personale grido di resistenza come e più' di ieri nella mia mente, nelle nostre diverse lingue, sognando ancora più' di ieri un passo in più' di resistenza.. DIREN!

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