lunedì 5 dicembre 2011

dalle piazze di spaccio al palcoscenico, il sipario si apre sulla bellezza umana...

'Spacciavano droga e maneggiavano armi, mò fann 'e giocolieri, ora il fuoco lo sputano è meraviglioso!'
Di chi stiamo parlando? Dei ragazzi della cooperativa 'il tappeto di Iqbal'.
Nel post precedente vi ho parlato dello spettacolo 'Lui chi è?' messo in scena dai ragazzi di questa cooperativa di barra capeggiati dal loro prufessore.
'O Prufessò è Giovanni Savino, educatore, colui che con immensa passione, ha teso una mano verso questi ragazzi, li ha fatti semplicemente sentire persone, li ha fatti ridere,giocare,pensare. Li ha fatti iniziare a vivere, come dice proprio Marco,uno dei protagonisti dello spettacolo. Ha teso le sue mani verso quei ragazzi, ha preso quelle vite, condannate dai ghetti mentali dell'odierna società che troppo spesso sa semplicemente condannare ma non pensare, e le ha trascinate lontano dalle piazze di spaccio e portate su un palcoscenico.
Educatori di strada,persone grandiose che con straordinaria passione si dedicano a tendere le loro mani verso i ragazzi dei tanti nostrani 'bronx' che attorno hanno zero in tutto e per tutto e come unica via i lustrini dei clan,persone come Giovanni, penso che sono le uniche grandi speranze per il nostro paese,per il nostro domani.
E come lui ce ne sono tante altre in varie zone del paese, e come non citare quell'altro gran ''folle'' di Ciro Corona presidente e fondatore di (R)esistenza anticamorra, delle cui attività già scrissi qualche mesetto fa. 
Ciro ancora attende la ormai famosa firma per l'assegnazione di un edificio, sono passati anni,mesi ancora dopo le elezioni, inoltrata la pratica anche ai nuovi assessori,il sindaco troppo impegnato a fare i 'barcamp' non trova il tempo di una firma ed intanto in quella scuola a via ghisleri anzichè giocarci i ragazzi ci giocano i tossicodipendenti ma va bè che vulit Giggino haddà fa o convegn!

Troppa retorica,troppe passerelle e sempre pochi che han voglia di pensare al 'fare' davvero. 

Tra tanti problemi, mille grandi difficoltà ed ostacoli, senza un euro ma col cuore denso di passione, ogni giorno, tendono una mano verso i ragazzi a rischio, loro le vere speranze per la nostra terra altro che chiacchiere, e vanno avanti, senza mollare mai.
E con gran gioia posso dire che il 17 dicembre a Scampia verrà inaugurato il presidio di Libera Scampia oltre che lo sportello anticamorra e nel prossimo anno 'Scampia Trip' sarà messo in scena dai minori a rischio della periferia nord di Napoli.

Queste persone sono anni che vivono una situazione drammatica,disastrosa. Al terzo settore,sempre più fondamentale per la situazione in cui versa l nostro paese, nel corso degli anni sono state sempre più tagliate le risorse, e per il 2013 il fondo destinato a tale ambito arriverà ad esser tagliato del 90%.
Gli operatori sono da anni senza stipendio,una situazione drammatica,progetti che han fatto scuola in tema di tutoraggio e tanto altro, progetti che letteralmente han salvato tante vite e dato un domani lontano dai clan a tanti ragazzi,sono stati chiusi,lasciati ad un amaro bel ricordo.
'Ho fatto il clown, ho lavorato con questo naso rosso, i bimbi ridevano e io avevo la morte dentro!'
Giovanni sono più di due anni che attende i pagamenti,non arriva un euro, ed in attesa gli operatori sono allo sbando, i progetti chiudono così come le cooperative che sono costrette,senza fondi, a chiudere o ad autofinanziarsi come fa 'Il tappeto di Iqbal'.

Fanno un opera di grande impegno,di grande valore e di grande importanza per la società eppure ancora tanti vogliono ignorare questo valore, si vede che fa comodo riempire i carceri minorili.
Spesso si parla di cosa si può fare per arginare la camorra, si fan vagonate di convegni,dibattiti,tavole rotonde, discussioni, talk show,trasmissioni e chi più ne ha più ne metta, come da tradizione nel nostro paese parole...parole..parolle..chiacchiere anzichè pensare alle azioni concrete. 
Ci piace così tanto chiacchierare e così poco pensare al 'fare' concreto, forse perchè è più facile,semplice e comodo parlare che fare.
Penso che si possano scrivere quanti libri si voglia per raccontare, fare quanti film si voglia per mostrare, organizzare quanti più dibattiti possibili per discuterne, ma non cambierà mai nulla se non si pensa a cosa si può e deve concretamente fare affinchè nel 'domani' di questo nostro paese tante persone non siano tentate dai lustrini dei clan, ma abbiano alternative,opportunità, e così i clan non abbiano ossigeno.
Perchè se di 'sistema' si parlerà vorrei che i nostri figli, in un domani non troppo lontano, parleranno del sistema artistico e non criminale, quello in cui tante forme d'arte si fondano per dar vita ad emozioni.
Ed allora,da Barra a Scampia,da Est a Nord, guardando al riscatto, che il sipario si apra...sulla bellezza umana!...troppo spesso dimenticata dagli occhi superficiali dell'odierna società.
                  
CHI ME SAPE 'O SAJJE CHI ME SAPE 'O SAJJE CHI ME SAPE 'O SSAJE
I NUN ME ARREN MAJE MAJE MAJE MAJE MAJE!!!!!

P.s. A Barra si continua come sempre a giocare tra i topi e non avere alcuno spazio di aggregazione per i ragazzi ed avere un campetto di calcio è un  miraggio, a Scampia inoltre si attende come sempre che i tanti edifici comunali abbandonati vengano assegnati alle cooperative sociali che fanno tanto per togliere i ragazzi  dalla strada e non hanno spazi con a pochi passi edifici comunali abbandonati usati dai tossicodipendenti. Eppure per queste semplici ma importanti azioni non mi sembra ci voglia chissà quanto in termini di tempo e risorse,basta la volontà di voler guardare a queste zone. E dopo molti mesi  da che Giggino si è insediato a palazzo San Giacomo qua si aspetta ancora.
La tanta  retorica è inutile,vana, fine a sè stessa, non porta ad alcunchè concretamente.

o credi davvero che quello che serve contro i clan siano solo e semplicemente i barcamp!!?!!!
Qua sinora, Giggì, quel che hai 'scassat' è la gioia di chi ci aveva davvero creduto in un reale cambiamento.... 
e scrivo con la speranza che il sindaco e i suoi assessori possan farci ricredere nei prossimi mesi. 

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