Voglio riportarvi qui le parole scritte dal gip R.Piccirillo nell'ordinanza d'arresto per nicola cosentino emessa nel novembre 2009,respinta dalla camera e riconfermata varie volte da cassazione e riesame.
Inoltre vi ricordo che cosentino è accusato in merito agli articoli 110 (concorso esterno in reato)e 416 bis (associazione per delinquere di tipo mafioso) del codice di procedura penale; l'articolo 417 del c.p. recita che: per chi è accusato del reato agli articoli 416 bis e/o ter si applica la misura di custodia cautelare immediata.
Non c'è motivazione che tenga,se cosentino non era deputato ,ovvero non veniva salvato dai suoi amichetti a montecitorio, visti i reati di cui è accusato oltre che le successive sentenze di riesame e cassazione, si sarebbe dovuto trovare in carcere ad aspettare il processo come qualsiasi cittadino accusato dei suoi stessi reati!
Visto che in questi giorni si parla del processo a cosentino ritengo doveroso capire di che si parla,di che è accusato il deputato casalese.
TRIBUNALE DI NAPOLI
Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari
Sezione XXI
ORDINANZA CAUTELARE
Il Giudice dr. Raffaele Piccirillo,
sulla richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere presentata dai Pubblici
Ministeri dottori Alessandro Milita e Giuseppe Narducci in data 17 febbraio 2009, integrata con
trasmissione atti in data 27 febbraio 2009, 13 maggio 2009, 7 luglio 2009, 27 ottobre 2009 nei
confronti di:
COSENTINO Nicola, nato a Casal di Principe il 2 gennaio 1959, ivi residente in Corso Umberto I
n. 44
INDAGATO
del delitto di cui all'artt. 110, 416 bis - I, II, III, IV, V, VI ed VIII comma, C.P., perché non
essendo inserito organicamente ed agendo nella consapevolezza della rilevanza causale
dell’apporto reso e della finalizzazione dell’attività agli scopi dell’associazione di tipo mafioso
denominata “clan dei casalesi” - promossa e diretta da Antonio BARDELLINO (fino al 1988),
da Francesco SCHIAVONE di Nicola, detto “Sandokan”, da Francesco BIDOGNETTI e da
Vincenzo DE FALCO (dal 1988 al 1991) e infine da Francesco SCHIAVONE di Nicola e da
Francesco BIDOGNETTI - dopo l’arresto di questi ultimi due, da Michele Zagaria e Iovine
Antonio, quali esponenti di vertice, tuttora latitanti, della fazione facente capo alla famiglia
Schiavone e da Bidognetti Domenico, Bidognetti Aniello, Bidognetti Raffaele, Guida Luigi,
Alfiero Nicola, Setola Giuseppe e Cirillo Alessandro, quali componenti apicali che si
avvicendavano alla guida della fazione facente capo alla famiglia Bidognetti (nei cui confronti
si procede separatamente) che, operando sull’intera area della provincia di Caserta ed altrove,
si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di
assoggettamento ed omertà che ne deriva, per la realizzazione dei seguenti scopi:
• il controllo delle attività economiche, anche attraverso la gestione monopolistica di interi
settori imprenditoriali e commerciali;
• il rilascio di concessioni e di autorizzazioni amministrative;
• l'acquisizione di appalti e servizi pubblici;
• l'illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini (ostacolando il libero
esercizio del voto, procurando voti a candidati indicati dall'organizzazione in occasione di
consultazioni elettorali) e, per tale tramite, il condizionamento della composizione e delle
attività degli organismi politici rappresentativi locali;
• il condizionamento delle attività delle amministrazioni pubbliche, locali e
centrali;
• il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari,
finanziarie e commerciali degli ingenti capitali derivanti dalle attività delittuose,
sistematicamente esercitate (estorsioni in danno di imprese affidatarie di pubblici e privati
appalti e di esercenti attività commerciali, traffico di sostanze stupefacenti, truffe, riciclaggio
ed altro);
• assicurare impunità agli affiliati attraverso il controllo, realizzato anche con la
corruzione, di organi istituzionali;
• l'affermazione del controllo egemonico sul territorio, realizzata non solo
attraverso la contrapposizione armata con organizzazioni criminose rivali nel tempo e la
repressione violenta dei contrasti interni ma altresì attraverso condotte stragiste e
terroristiche;
• il conseguimento, infine, per sè e per gli altri affiliati di profitti e vantaggi
ingiusti;
in particolare contribuiva, con continuità e stabilità, sin dagli anni ’90, a rafforzare vertici ed
attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie Bidognetti e Schiavone (dal quale
sodalizio riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione delle elezioni a cui il Cosentino
partecipava quale candidato divenendo consigliere provinciale di Caserta nel 1990, consigliere
regionale della Campania nel 1995, deputato per la lista Forza Italia nel 1996 e, quindi,
assumendo gli incarichi politici prima di Vice Coordinatore e poi di Coordinatore del partito
Forza Italia in Campania, anche dopo aver terminato il mandato parlamentare nel 2001)
attraverso le seguenti condotte :
• garantendo il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa, amministrazioni pubbliche e
comunali;
• assicurando il perpetuarsi delle dinamiche criminali economiche,
esemplificativamente esercitando indebite pressioni nei confronti di enti prefettizi per
incidere, come nel caso della ECO4 s.p.a., sulle procedure dirette al rilascio delle
certificazioni antimafia in situazioni nelle quali erano ravvisabili elementi ostativi al rilascio
delle certificazioni stesse ovvero attivandosi ancora, con enti prefettizi e/o strutture del
Ministero dell’Interno, al fine di impedire, come nel caso del Comune di Mondagrone, il
corretto dispiegarsi della procedura finalizzata allo scioglimento dell‘ente locale per
infiltrazione mafiosa;
• creando e co-gestendo monopoli d’impresa in attività controllate dalle famiglie
mafiose, quali l’ECO4 s.p.a., e nella quale il Cosentino esercitava – in posizione
sovraordinata a Giuseppe Valente, Michele Orsi e Sergio Orsi – il reale potere direttivo e di
gestione, così consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando dette attività di
impresa per scopi elettorali, anche mediante l’assunzione di personale e per diverse utilità;
Condotta delittuosa avvenuta in provincia di Caserta sin dall’ inizio degli anni ’90 e
perdurante.
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