lunedì 6 giugno 2011

L'antimafia di facciata

"Per qualcuno che ha fatto dell’antimafia un mestiere sarebbe il caso di andarsi a cercare un lavoro vero”, Ha scritto Sonia Alfano,come sempre in prima linea a dare voce a chi non ce l'ha, sul suo blog parlando della vicenda di Valeria Grasso
Mercoledì primo giugno proprio tramite l'Alfano abbiamo saputo il triste epilogo di questa vicenda, Valeria Grasso è stata costretta a lasciare la sua casa,la sua vita,la sua terra ed a cambiare vita abbandonando tutto.
Questa sera ho letto con immensa amarezza che Ignazio Cutrò ha scritto una lettera su Facebook dicendo di voler lasciare il suo paese, andar via per cercare altrove un lavoro. 
La frase della Alfano che ho riportato sopra secondo me è di grande importanza e tutti noi che lottiamo per un paese liberato dalle mafie dobbiamo rifletterci su, e tanto.
Nel nostro paese si fanno tanti,tantissimi convegni in cui si discute di antimafia e dell'importanza della legalità, convegni molto partecipati, ci sono tante associazioni che operano in tal senso.
La solita abominevole abitudine di noi italiani cui piace tanto parlare,riempirsi la bocca di belle, importanti,valorose parole,si parla,si parla tantissimo e poi le parole restano solo e soltanto parole al vento, e non vengono concretizzate nei fatti.
Valeria Grasso ed Ignazio Cutrò hanno dato un grandioso,importantissimo esempio di coraggio denunciando i mafiosi, non pensandoci su un secondo, non dando loro il benchè minimo frutto del loro lavoro ma denunciandoli e facendoli condannare, hanno subito tante minacce ed intimadizoni, sono stati abbandonati dallo stesso stato cui piace tanto dire che i cittadini devono fidarsi dello stato, uscire dalla paura,dennciare ed abbattere il muro dell'omertà,collaborare con le forze dell'ordine e tante altre belle parole del genere che con queste tristi vicende hanno zero credibilità.
Questo è l'esempio più brutto che si poteva dare.


Valeria ed Ignazio addirittura nel dicembre scorso dovettero incatenarsi dinanzi al Viminale per cercare di ottenre quel doveroso ascolto da sempre vergognosamente negato.
Ignazio Cutrò non voleva proprio lasciare la sua terra, anzi tutt'altro ed invece ora abbandonato a sè, senza alcuna prospettiva dinanzi ha preso quella triste,amara decisione di andar via,e mi piange il cuore nel leggere quella lettera che ha pubblicato su facebook,a febbraio infatti ricordo che dichiarò a "Il Fatto":" Quello che mi sta succedendo, non mi porta ad andarmene, anzi. Se pensano che io scappi sbagliano di grosso. Questa è la mia terra, è casa mia. Io non mi faccio cacciare“. 
Dichiarò ciò in un intervista ad un giornalista del quotidiano di Padellaro quando a febbraio successe l'ennesimo triste,assurdo,episodio, il liceo che frequentava la figlia diciottenne,infastidito dalla scorta, allontanò la ragazza che ne soffrì molto. 
Ed anche qui c'è l'assurdo, il paradosso tricolore,la scuola mentre allontanava la figlia dell'imprenditore coraggio organizzava convegni sul tema dell'antimafia in memoria di Falcone e Borsellino dimenticandosi che nei fatti stava facendo loro il più grande disonore.



Da tutto ciò ne fuoriesce un triste pessimo esempio, al di là di tutta la tanta ed inutile retorica che si fa nel nostro paese sul tema dell'antimafia: si è detto di fatto che se denunci vieni abbandonato,perdi tutto e resti solo,insomma si è detto nei fatti che non conviene denunciare.
Questa è una grandissima e gravissima sconfitta per lo stato,per tutti noi che crediamo nella lotta alle mafie.
Ignazio diede un grande esempio di coraggio, denunciò i mafiosi e li fece condannare, ha perso tutto, è rimasto solo, è stato abbandonato dallo stato. 
Ignazio e Valeria hanno denunciato, hanno dato un grande esempio di coraggio e sono stati abbandonati, hanno perso tutto, sono stati lasciati soli da quegli stessi cui tanto piace riempirsi la bocca della parola antimafia,ed infine sono stati costretti a lasciare la loro terra.
Troppi che fanno solo chiacchiere e di fatto non concretizzano quei valori di cui tanto piace riempirsi la bocca, troppi che fanno quella che Ignazio definisce nella sua lettera 'antimafia di facciata' e pochi coloro che davvero di fatto stanno vicino a chi come Ignazio e Valeria denuncia.

Abbandonati da uno stato che gli ha detto fidati di me e poi li ha abbandonati, lasciati soli.
Abbandonati da quelle tante associazioni che si fanno lustro della bella etichetta di profesionisti dell'antimafia, che va tanto di moda ultimamente, ma che poi nei fatti dimenticano quei valori di cui parlano.
Abbandonati da quella società civile cui piace tanto discutere,dibattere,scrivere,parlare di antimafia e poi di fatto,dopo aver fatto le chiacchiere, dimenticano di scendere in campo e dare l'esempio con i fatti. Tutti coloro che dovevano e/o potevano aiutare Valeria ed Ignazio e li hanno abbandonati, lasciati soli, devono vergognarsi profondamente.

Ignazio non voleva andar via, non voleva lasciare la sua terra, non lo voleva affatto,anzi resisteva e voleva restare, cambiare,migliorare la sua terra, non andar via, chiedeva semplicemente di non essere lasciato solo, chiedeva un modo per poter sfamare la propria famiglia ed invece questo nostro 'bel paese', impegnato in mille convegni, non ha trovato il tempo di ascoltare il suo grido d'aiuto.
Ciao Ignazio, ti voglio solo dire grazie tante per il grande esempio di coraggio, ed il valoroso insegnamento che ci hai dato, e da italiano ti dico scusaci....
Mi piange il cuore nel leggere la tua lettera con la quale saluti quei pochi che ti sono stati vicini ed annunci la tua partenza dolorosa,amara,ti chiedo scusa e sopratutto ti auguro che tu possa quanto prima ritrovare un raggio di sole, di spensieratezza, di felicità assieme alla tua famiglia.
Con te abbiamo perso tutti, tutti.




P.s. La storia di Ignazio e Valeria,ricordate, vanno raccontate.Dobbiamo farne memoria. 

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