sabato 16 aprile 2011

Scenari

Dopo l'agguato di giovedì sera che ha portato alla morte di antonello faiello e il ferimento di luigi de lucia si aprono diversi scenari di lettura.
Penso bisogna attendere per capirne di più di quale possa essere l'esatta chiave di lettura di questo agguato e sopratutto degli scenari dei clan della zona che sembrano,oggi, un incognita.
Lasciano pensare tanto la zona dell'agguato e chi vive qui sa bene che quel punto ove giovedì sera è finita la vita di faiello è una strada al centro di vari importanti punti di controllo,fortini facenti capo da un lato ai di lauro e dall'altro lato agli amato-pagano. Insomma in mezzo.
L'agguato è avvenuto tra via Dante e Corso Italia due storiche,importanti piazze.
Inoltre c'è da tenere in gran considerazione l'alta posizione dei protagonisti dell'agguato.
Infatti faiello e de lucia non erano pesci piccoli, guagliuni, no ,affatto, erano protagonisti di alto rango del clan  di lauro.

luigi de lucia,il ferito, era negli alti vertici del clan, il solo cognome appena letto giovedì sera nelle prime righe dei giornali mi ha riportato alla mente la storica,vecchia, famiglia da sempre vicinissima e fedelissima ai di lauro.
Il padre di luigi fu ucciso qualche anno fa se non erro si chiamava sergio, e ugo de lucia,il fratello, era invece al capo dell' comando di fuoco dei di lauro,oggi detenuto, condannato all'ergastolo per il brutale, efferato omicidio di Gelsomina Verde nella faida nel 2004.
Mentre faiello 29 anni,la vittima, era giovane ma già nelle alte sfere dei di lauro, infatti fu anche arrestato ad inizio anno per aver favorito la latitanza di marco di lauro.
marco è l'ultimo dei di lauro, il figlio più giovane del noto boss paolo oggi al carcere duro; marco è oggi il reggente della famiglia,l'unico attualmente non detenuto. Su di lui pende un ordinanza di custodia cautelare.
E' scampato al blitz di inizio anno ed è ora latitante. E' il reggente del clan.
 il clan di lauro controlla la zona del centro antico di secondigliano sino al rione dei fiori,tra via dante e dintorni tutta la zona di cupa dell'arco sino al rone dei fiori, tutto il resto è sotto il controllo degli amato-pagano.
Ma verso il giovane di lauro da molti lati da molti storici affiliati di peso rilevante non corre stima ma anzi gli si addice una sbagliata gestione del clan. Lo stesso de lucia,il fratello del ferito, secondo quanto scritto dai quotidiani ieri, ha rinfacciato al giovane di lauro di aver armato ragazzini troppo giovani ed inesperti ed aver fatto così un grave danno al clan.
Insomma una chiave di lettura dell'agguato dell'altra sera essere potrebbe essere uno scontro tutto interno al clan di lauro, il giovane di lauro ha voluto eliminare chi
Ma un altro scenario, quello molto più preoccupante, quello più tragico, è un ritorno alla faida, allo scontro tra clan.
Una nuova guerra all'orizzonte per il riassetto del controllo di queste zone, questa è la paura maggiore che fuoriesce da questi episodi.
Quest'agguato avviene due mesi dopo quello di un altra uccisione di un personaggio di rilievo, francesco feldi capo zona el rione berlingeri ucciso a febbraio.
Le forze dell'ordine in questi anni hanno ottenuto grandi sucessi, ed hanno arrestato molti esponenti di spicco delle famiglie della zona, tanti gruppi egemoni si sono molto indeboliti nel tempo e ciò potrebbe aver innescato desideri di rivincita in personaggi di spicco di gruppi criminali oggi dietro le quinte,voglia di ritornare ad occupare zone, importanti piazze, oggi indebolite nel controllo,ritornare alle armi per il riassetto del potere per il controllo di queste piazze in cui girano milioni su milioni.
C'è inoltre anche da considerare che negli anni sono stati arrestati tutti gli amato e i pagano, il clan facente capo alla famiglia-amato-pagano non ha oggi un capo diretto della famiglia visti che sono tutti detenuti.
Si ripensa ad una nuova faida, un nuovo scontro tra clan, una nuova guerra, torna la paura.
Se l'omicidio di faiello dell'altra sera dovesse avere questa chiave di lettura e cioè un ritorno alle armi, alla guerra, allo scontro tra gruppi criminali per il riassetto del controllo del territorio, allora sarebbe davvero molto preoccupante.
Si ritornerebbe al drammatico scenario della nota faida di anni fa. Quella faida che fece oltre settanta morti, sparatorie, agguati, omicidi quasi quotidiani. Sangue che scorre a fiumi,strade rosse,e paura dominante.
E come può chi come me vive qui non ricordare, pensando a quegli anni di sangue, parlando di faida, che oltre agli uomini dei clan contrapposti rimasero vititme innocenti di quella guerra anche una ragazza appena ventidue anni, che dedicava la sua vita al volontariato, sempre accanto ai più deboli: Gelsomina Verde; Antonio Landieri ragazzo giovanissimo rimasto vittima di una sparatoria non riuscendo a scappare, ma anche Attilio Romanò onesto commerciante di capodimonte ucciso per errore.
Scenari drammatici che mi auguro sempre di non rivedere.
Ogni giorno, decine di proiettili rimbombare, sangue scorrere a fiumi,strade insanguinate,la paura di camminare per quste strade,paura di incorrere in uno dei tanti proiettili destinati chissà a chi rivale.
Ed ogni volta che si rilegge sui quotidiani la parola faida si ripensa alle decine su decine di morti quotidiani, omnicidi,agguati, sparatore, decine di proiettili, e subito torna sempre la paura che uno dei tanti proiettili sparati tra rivali colpisca un innocente.
Si muore per errore,per uno scambio di persona,per caso, per essersi trovati un proiettile conficcato nel corpo, un proiettile destinato al rivale di turno, per essersi trovato nel luogo sbagliato al momento sbagliato.
Si muore da innocenti ma colpevoli,colpevoli si, copevoli di vivere in zone marchiate dalla polvere da sparo!
Tutto ciò porterebbe ad una nuova guerra. Queste grige strade tornerebbero a vedere sangue quotidianamente. Spero che questa seconda, preoccupante, ipotesi venga nel tempo smentita dai fatti.

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